15/04/13

formidabile equivoco

   
Molto lontano sulla carreggiata, lontano fin dove si poteva vedere, c'erano due punti neri, in mezzo, come noi, ma erano due tedeschi occupatissimi a sparare da un buon quarto d'ora.
Lui, il nostro colonnello, sapeva forse perché quei due là sparavano, 
i tedeschi forse anche loro lo sapevano, ma io, veramente, non lo sapevo.
Per quanto lontano cercassi nella memoria, non gli avevo fatto niente io ai tedeschi.
Ero sempre stato molto gentile ed educato con loro. 
Li conoscevo un po' i tedeschi, ero persino stato a scuola da loro, quando ero piccolo, dalle parti di Hannover.
Avevo parlato la loro lingua.
...
Via da lì adesso a tirarci nella colombarda, senza neanche venire a parlarci prima e nel bel mezzo della strada, ce ne correva parecchio, un abisso.
Troppa differenza.
La guerra insomma era tutto quello che non si capiva.
'Sta cosa non poteva andare avanti.
Gli era dunque capitato qualcosa di straordinario a quelli là? 
Che non avevo intuito, io, per niente.
Non  avevo dovuto accorgermene...
Non avevo mai cambiato sentimenti nei loro confronti. 
Avevo come voglia malgrado tutto di cercare di capire la loro brutalità, 
ma più ancora avevo voglia di andarmene, moltissimo, assolutamente, 
tanto tutto quello mi sembrava all'improssivo come frutto di un formidabile equivoco.