06/07/07

PERLE

di Giorgio Muratore Sulla cresta dell’onda, come non mai, Santiago Calatrava ha inaugurato in pompa magna alle Scuderie del Quirinale la sua ultima mostra intitolata “Dalle forme all’architettura”. Nella cornice sontuosa delle antiche stalle pontificie massacrate a suo tempo dalla Gae nazionale l’ineffabile Santiago accompagnato da un codazzo di potentissimi ceffi che spaziavano dall’Opus alla Massoneria…ha mostrato al mondo le sue “opere”…di architettura?…assolutamente, no!…ma solo “disegni” e soprattutto “sculture”…“disegni” e “pitture” da far rabbrividire…e “sculture” poi, a decine, a dimostrare la più totale sordità nei confronti di un’arte che evidentemente non ha mai incrociato il cammino di Santiago…robaccia scopiazzata qua e là…arroganza, incapacità, protervia e delirio di onnipotenza…alla stato puro…palesemente una mostra “estiva” a tappare i buchi di una programmazione delle “Scuderie” che, col passare del tempo, si dimostra sempre più fragile e acefala…Santiago a Roma…chiamato dai soliti “poteri forti” che fanno il bello e il cattivo tempo nella capitale del mattone…sta per realizzare un complesso “olimpico” di dimensioni colossali…fatti suoi e dei suoi sodali capitolini…ma non ci venga anche a rompere i coglioni con le sue ubbìe pseudo-artistiche…la monnezza se la tenga a casa sua…e valga anche per lui l’antico detto… “Offelé, fé el to mesté”…una mostra capace di offendere, insieme, tutte le arti…disegno, pittura, scultura e…architettura…un vero “capolavoro” da “ufficio stampa”…e che comunque, per i masochisti della cultura, resterà aperta fino al 2 di settembre…

03/07/07

OTTANT'ANNI E PASSA

Mio zio Mario è un vecchietto basso e solido, un uomo di campagna, semplice, con l'orto e le galline. Uno che quando lo incontri, rientrando dai tuoi viaggi, compare e scompare discreto. Tu lo vai a trovare e lui è nell'orto oppure in cantina; sale in cucina e beve il caffè della zia Rita e magari ti racconta, biascicando un po', che il giorno prima ha suonato i piatti nella Banda del paese. Che lo ascolti con tenerezza, così. Sabato ho scoperto, di lui, cose che lui non mi ha mai raccontato. Io ho studiato a Parigi, ho viaggiato in India e sono andata a New York e a Londra e dappertutto, un sacco di volte. Lui è andato in guerra. Ci è rimasto per anni. Ogni tanto gli davano qualche giorno di permesso per tornare al paese e raccogliere il grano. Era un socialista, lui, e quando tornava a casa ci trovava i fascisti. Pochi giorni nei campi e poi di nuovo in guerra. Stava sul fronte jugoslavo quando c'è stato l'armistizio. Pare che, con l'armistizio, i soldati non sapessero più cosa fare, come fare. Qualcuno scappava da solo, qualcun'altro diceva che era meglio stare uniti, tornare verso casa tutti insieme, farsi forza così. Lo zio Mario è rimasto nel gruppo ed è stato catturato dai tedeschi che l'hanno messo in un campo di concentramento in Germania. Ci è rimasto per due anni. I tedeschi ordinavano e lui non ci capiva nulla. Si è inventato d'essere stalliere per potersi occupare dei cavalli e mangiare la biada. Scaricava i camion di viveri e chi era preso a rubare, gli sparavano. Lui scaricava, rubava e mangiava. Quando sono arrivati i Russi, insieme a qualche altro compaesano ha preso ottanta cavalli e ha cominciato a tornare a casa. Scendeva verso sud, incontrava le fattorie e vendeva i cavalli per avere da mangiare, da bere. L'ultimo l'ha venduto a Udine. Da Udine al paese, altri 400 chilometri, come abbia fatto non so.