Ieri ho cenato con Bjőrk e Matthew Barney. L'ho intuìto quando ho aperto la porta di casa. Mica arrivano da questo pianeta. Lui si chiama A, è alto, altissimo, ha capelli lunghi e ricci, da putto. Dovrebbe stare aggrappato in alto sulla volta di una chiesa, ma so che, guardando giù, direbbe cose sconvenienti, farebbe un casino. E poi volerebbe di qua e di là, sbracciandosi, le mani nei capelli, gesticolando, parlando parole entusiaste. Finirebbe per distrarre la gente che non seguirebbe più la Messa. Lei si chiama H, è candida, eterea anche quando non è vestita di bianco (ieri era vestita di bianco). Lei arriva per davvero da un altro pianeta, un posto lontano che mi immagino fatto di colline e fiori e cieli tranquilli, tutto pieno di fatine che volano e folletti che cantano. Mi sorprende ogni volta che parla parole perchè immagino che nella sua testa ci siano musiche, gorgheggi, scampanellii, mica sillabe. Insieme, non smettono mai di cercare.